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ATTO 7 - (Arriva il Basket!)
A metà novembre dell'85, non potendo più rimandare, io ed Enzo partimmo per il primo anno universitario. In realtà, il nostro esilio fu davvero minimo, poichè il 2 dicembre eravamo di nuovo a casa, ... e in radio!
Scendemmo da Pisa con una grandissima carica, e tante idee.... non solo legate all'aspetto propriamente radiofonico. Era questa la conseguenza di quello che la radio fu per noi, come anche per tantissimi altri, in tante diverse regioni d'Italia, agli inizi. Un punto d'incontro, un'attività di comitiva, un club culturale, sociale e sportivo, .... un modo di esprimersi, con grande amplificazione, data dal mezzo stesso.

Per questo, rientrando, tornammo a Locri con un bel pallone da basket, e tante tute bianche, strisciate tricolori, acquistate nello spaccio dei Parà della Folgore. Ci erano sembrate così belle, che quasi, quasi, ci potevamo fare una bella squadra, per giocare ad uno sport che da noi era praticamente scomparso.
E qui, una costante che si ripeteva. Ordinariamente fai le divise, se hai una squadra, e non la squadra, perchè hai le divise.... Ma noi eravamo abituati a questo, ... ed eccome! Era già accaduto con il nome della stessa radio. Un po' di anni prima, ai nostri quindici anni, avevamo scelto il nome di Studio54, perchè avevamo un disco, con dentro un jingle, che suonava proprio "StudioFiftyFour"; ci era venuta in mano una compilation della notissima discoteca e... così non ci s'inventò i jingle per la radio, ...ma la radio prese vita dal jingle!
Lo stesso accadde con la pallacanestro, e la sua squadra.... Creammo la squadra di Studio54, perchè comprammo la palla, ... e le divise!
Iniziammo dei sistematici allenamenti, e facemmo anche un torneo, in quelle vacanze di Natale, che ovviamente vincemmo!
Torneo misto, per quadre miste; i nomi? Memmo, Pietro, Antonello, Enzo, Marcella, Amalia, Marilena, Miriam, Elena, Lucia, io e Mario (che, da ex giocatore, aveva saputo tirare fuori da una squadretta di bocce, una discretuccia squadra di Pallacanestro).


ATTO 8 - (Il primo Natale.)
Nel frattempo, in radio, avevamo ultimato gli studi, che in verità erano una stanza (quella dell'attuale direzione), divisa in due dal famoso
"muro a secco con vetrata".
All'interno sembrava un pub irlandese. Lavorando fino a notte inoltrata, avevamo impellicciato le pareti a parquet, creando in legno l'intero arredamento, dal banco regia, agli scaffali, allo stesso tetto... Nell'area sonorizzata avevamo piazzato un "bellissimo" mobile, ex glorioso banco-centralino dell'ospedale di Locri, guastatosi irrimediabilmente, e regalatoci, pur di toglierlo via.
Non serviva assolutamente a niente, ma era bello, perchè era l'unica cosa non autocostruita, lì dentro; escluso i dischi, ovviamente!
Questi ultimi erano aumentati. Con i risparmi di ciascuno, ne avevamo comprati una decina, ed in più, erano confluiti dentro tutte le nostre collezioni personali. Tra tutte, anche perchè di prestigio, l'intera raccolta di tutti gli album dei Beatles, che il buon Enzo aveva prontamente sacrificato alla causa!
Un altro ricordo di quei giorni, fu una riunione che facemmo, dopo esserci accorti che ogni ora, per 18 ore al giorno, in onda si ritrovavano sempre gli stessi dischi. La causa era anche un'indiscutibile giustificazione. In realtà i 45 giri nuovi si contavano sulle dita delle mani, e per questo, ognuno di noi in onda, finiva per riproporli, sistematicamente, totalmente e persino ordinatamente.
S'istituì un registro, sul quale trascrivere il diario dell'ora; ma servì a ben poco, poichè i dischi rimasero sempre
una decina.
Così, si continuarono a programmare sistematicamente, totalmente, ma non ordinatamente!
Nel settore trasmissione, Pietro continuava ad ottimizzare, e a sperimentare sulla pelle del già descritto CBM120.
Il poverino - parlo ovviamente del trasmettitore - sembrava non volerne sapere di sopportare i test d'antenna di Pietro, e per questo, chissà come mai, si bruciava... e si riparava. Tutto di notte; le trasmissioni, di giorno, non si potevano interrompere.
Così trascorsero velocemente le vacanze del Natale '85, arrivò l'86, e con esso il momento di ridividerci per l'università.
Nuove prove ci attendevano all'orizzonte.

(continua ...)

scritto da Francesco Massara.
foto di Tommaso Massara, Pietro Parretta e Memmo Minniti.