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ATTO 1 - (1985: ARRIVA PIETRO!)
In verità, per "far seriamente" ne dovemmo riparlare qualche anno più tardi...
Avevamo, infatti, nel frattempo scoperto che occorreva comunicare la nascita della nuova stazione al Ministero, e che per farlo si rendeva necessario un maggiorenne.
Allo stesso tempo ci rendemmo conto che bisognava superare la barriera dei "200 metri". Per farcela, serviva il miracolo!
E il miracolo arrivo... Come per magia, spuntò all'orizzonte la persona che sembrava esser nata per risolvere tutti i nostri problemi: Pietro.
Pietro, al secolo Pietro Parretta, 17 anni, penultimo anno alle superiori, sin da piccolo aveva acquistato dimestichezza con transistor, antenne, e apparecchiature elettriiche in genere.
Il padre disponeva di un attrezzatissimo laboratorio (che negli anni successivi ampiamente provvedemmo a sfruttare totalmente e sistematicamente...), e a Pietro entusiasmava l'idea di un'emittente da gestire tecnicamente; era fatta!
Io avrei messo a punto lo studio e recuperato i primi dischi (...venti, tutti prestati!).
Mancava l'ok ministeriale.
Coprì il più grande... sempre Pietro!
Il 6 giugno 1985, data in cui compiva 18 anni, gli impiegati del Circostel di Reggio Calabria ci trovarono alle prime luci dell'alba ad attenderli, con in mano la richiesta per poter partire.
Non andava bene!!! Bisognava spedirla per raccomandata, altrimenti non poteva essere accolta. "Ma come? Stavamo aspettando il 6 giugno da un anno?" "Non si discute!".
Rientrammo a Locri, e la raccomandatapartì il giorno dopo.

ATTO 2 - (1985: IL PRIMO TRASMETTITORE!)
C'era, al di là delle autorizzazioni, da "costruire" la radio. Occorrevano trasmettitori, piatti, piastre, dischi, gli studi...
Ci mettemmo all'opera... per quel che riguarda la trasmissione, decidemmo di fare il grande passo, acquistando un trasmettitore di ben 5 W.
Meglio: decidemmo di acquistare i pezzi per costruirlo (ci avrebbe pensato Pietro a montarli).
Ritornammo a Reggio Calabria, dove in un negozio acquistammo il nostro primo mitico Wilbikit.
Di quel giorno ricordo due cose. Uno: non ci bastavano i soldi, e Pietro (ancora unico maggiorenne) lasciò in pegno la sua carta d'identità, a garanzia del nostro ritorno (rimase lì un mese, per poi esser riutilizzata, nei successivi anni, almeno una decina di volte.
Pietrò, dal 1985, finì per non poter disporre più della sua carta d'identità, che trascorse i suoi giorni chiusa nei cassetti dei nostri creditori...)
Due: rientrati a Locri, eravamo così presi dalla discussione dei nostri mitici progetti di gloria, che, scesi dal treno, ci dimenticammo il materiale appena acquistato.
Ce ne accorgemmo subito: bloccammo il treno! Io mi "straiai" sui binari, impedendo la ripartenza, mentre Pietro corse sù a recuperare il nostro "piccolo tesoro".
Ritardammo la partenza del treno di circa un quarto d'ora; per un po' di tempo ci soprannominarono "dirottatori"!
Pietro, così, si mise a costruire il nostro primo "vero" trasmettitore; io ed Enzo, invece, gli studi.
Non trasmettevamo ancora, però in pochi giorni eravamo riusciti a concludere due sedi, e due studi. In verità, erano un po' improvvisati,
ma ci sentivamo già la RAI. (continua...)

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Scritto da FRANCESCO MASSARA. foto di LUCA FILIPPONE, TOMMASO MASSARA e MEMMO MINNITI.