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Giorgio Fantozzi è nato a Rieti il 21 ottobre 1991, e risiede a Tarano.
Diplomato in Scienze Sociali presso Liceo Statale “Gregorio da Catino” Poggio Mirteto, è diplomato in Autore di testi.
Nel giugno del 2010, Giorgio si ritrovò dal ring della palestra che frequentava da anni, amando il Kickboxing, sul letto di un ospedale. Superato il coma, abbandonati i guantoni, si comprò una chitarra ed iniziò a scrivere, raccontando le sue emozioni.
Nelle sue canzoni c’è tutta la sua vita. Nei suoi versi, la grande voglia di combattere. “C’è un cielo grigio che pesa sulla mia testa. Siamo gocce di pioggia, persi nella tempesta. Un urlo in gola che spinge e vuole uscire, spezza ogni respiro e la rabbia poi mi fa gridare. A testa alta, gridiamo in faccia, vedi che noi restiamo in piedi.” Le sue parole esprimono la profondità di chi, per tornare a vivere, ha saputo guardarsi dentro. Senza ipocrisia. Senza alibi. Senza maschere. “Rimango sempre nudo di fronte a questo cielo. E forse lui è l’unico a conoscermi d’avvero. La maschera che indosso tra poco svanirà. Domani ci sarà qualcuno che la ridisegnerà. Sarò come vorranno, Un misero giorno perduto all’interno di un anno. Ma nel momento prima di dormire, Come prendere un respiro prima che Trovo il coraggio per riuscire a dire Ciò che da una vita tengo in me. E mi sento leggero e mi sento più vero.” Consapevole della nuova opportunità che la vita gli ha offerto, Giorgio ha scoperto il valore delle cose semplici. La bellezza della vita aldilà delle apparenze. “Cosa importa se per vivere non c’è un vero motivo. La vita bella e per questo la vivo.” “dopotutto qui, cosa ne sanno i poeti e i re. Quando siamo tu ed io e dici guarda, è così semplice”. La malattia lo ha cambiato. Gli ha dato sicurezza e forza. Fiducia in se stesso e nella sua generazione. “Un fiume che non puoi fermare. Se piove noi saremo il sole. Abbiamo chitarre da corteggiare, finché il pezzo va. Facciamo del mondo una sola città! Liberi di sognare. Liberi di viaggiare. Liberi di tornare. Liberi di respirare. Liberi nell’ideale. Liberi di pensare. Liberi di cambiare. Liberi, liberi di ballare. Liberi di cantare: che il mondo sia una sola città!”

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