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ATTO 13 - (... si conquista l'Italia!)
Ci sentivamo, comunque, davvero, ad un passo dalla conquista dell'Italia, ma in realtà la frontiera era Monasterace, la "lontanissima" cittadina a circa 40 chilometri da Locri. Andiamo a parlare del secondo obbiettivo, al quale avevamo accennato poche righe sopra. Occorreva più competività, maggior bacino d'ascolto, e quindi, maggior potenza! La soluzione era dietro l'angolo: mancavano i soldi, però c'era la carta d'identità di Pietro...
Per crescere verso Nord, bisognava riguardare a Nord, o meglio a Rimini, dove c'era sempre il nostro famoso neo-ingegnere, ex-editore radiofonico, che qualche mese prima ci aveva fatto ammirare una "macchina portentosa", la cosa più bella e magica che io e Pietro mai avevamo potuto immaginare di sognare: un amplificatore da ben 300 watt! In realtà trattavasi di una scatolona autocostruita, dal peso enorme, alimentata da un'altra scatolona, anch'essa pesantissima; erano due scheletri di alluminio, senza coperchi, con condensatori, transistor e resistenze varie tutte alla luce del sole, ma capaci (dopo tanti anni non sappiamo ancora come...) di tirare fuori l'incredibile potenza di 300 watt!
L'avevamo potuto ammirare alla nostra prima visita, e già da allora, non c'era alcun dubbio, che prima o poi sarebbe diventato nostra.
Solita routine: mettiamo su i risparmi per l'acconto, e prendiamo il treno per Rimini... Il "nostro" 300 watt, appena lo vediamo, sembra non aspettare altro che noi, e anche l'ingegnere, che si accontenta di un anticipo di 200.000 lire e... la carta d'identità di Pietro!



ATTO 14 - (... il mostro in viaggio! )
Concluso l'acquisto, ci rendemmo subito conto, che il bello doveva ancora arrivare... Ora ci toccava scenderlo in Calabria, e con le sue "tonnellate" di peso, la cosa non era proprio uno scherzo.
Organizzammo lo spostamento in 2 trance: la prima fino a Pisa, sempre nostra sede universitaria, la seconda da Pisa in giù. Nella prima, in due, non sostenemmo particolari difficoltà: gasatissimi per il nuovo traguardo raggiunto, impegnammo un'intero scompartimento per alloggiare il nostro piccolo mostro. Poi il viaggio passò in fretta; provammo ad inventarci come accenderlo già nel nostro pensionato, magari collegandolo all'antenna del televisore.
Fu un bel po' più difficile, invece, trasportare "la cosa" dalla stazione di Pisa ai nostri alloggi; occorse più tempo del successivo viaggio Pisa-Locri.
Ancora più audace fu però il secondo step, poichè, essendo io impegnato per esami, finì Pietro per gestire da solo il carico, a ridosso per giunta delle vacanze pasquali, e con ovvio treno affollatissimo già dalla partenza. Non so come riuscimmo a caricare i 2 macigni sulla vettura, occupando per intero il vano allo sportello, con Pietro necessariamente di sopra, senza valigie e borse rimaste a me a Pisa!

(continua ...)

scritto da Francesco Massara.
foto di Tommaso Massara, Pietro Parretta e Memmo Minniti.